Il disturbo di dismorfismo corporeo o dismorfofobia
A causa del contesto sociale contemporaneo che quotidianamente ci riempie di modelli estetici spesso irrealistici e irraggiungibili, sono in aumento le persone che soffrono del disturbo dì dismorfismo corporeo o dismorfofobia.
Di fronte ad una esagerata attenzione a dettagli trascurabili del proprio aspetto ed al ripetuto ricorso a trattamenti estetici o interventi chirurgici più o meno invasivi, la probabilità che sia presente un disturbo di dismorfismo corporeo è molto elevata.
Il disturbo di dismorfismo corporeo è caratterizzato da incessanti preoccupazioni inerenti il proprio aspetto fisico, focalizzato su vere o presunte anomalie, di entità trascurabile o tale da rendere sproporzionate le lamentele. Le preoccupazioni possono riguardare praticamente ogni aspetto del corpo: difetti lievi o immaginari del volto, i capelli
più o meno folti, la sudorazione, la forma o le dimensioni del naso, delle orecchie, delle sopracciglia, delle labbra, del seno, dei glutei, dei genitali ecc, tutte caratteristiche attraverso le quali i pazienti sentono di essere terribilmente brutti. Le preoccupazioni sono intrusive, indesiderate, consumano tempo (verificandosi in media, per 3-8 ore al giorno) ed è di solito difficile resistervi o controllarle, chi soffre del disturbo da dismorfismo corporeo dedica la maggior parte del proprio tempo a pensare al supposto “difetto”, prova sentimenti di vergogna ed è convinto che tutti prestino attenzione proprio a tale difetto, pensando di essere derisi o compatiti, tendono a occultare o nasconderlo con stratagemmi, riducono o evitano le situazioni dove potrebbero essere osservati e così compromettono la vita affettiva, sociale e lavorativa. Solitamente cercano attivamente soluzioni mediche o interventi chirurgici per “correggere” i supposti difetti. Va però sottolineato che il dismorfismo corporeo è un disturbo e si manifesta indipendentemente dal trattamento estetico nella maggior parte dei casi, infatti
di solito il paziente con dismorfismo quando “risolve” un difetto (o presunto tale) tende ad individuarne subito uno nuovo e così via. Sebbene sia fondamentale il controllo psicologico prima del trattamento molti pazienti rifiutano la consulenza. In questi casi è rischioso operare su di essi perché le loro aspettative per la chirurgia sono spesso irrealistiche e spesso restano insoddisfatti per i risultati e quindi allo stesso tempo tendono ad intensificare i loro lamenti e portare rancore anche verso il medico, ritenuto responsabile della loro insofìddisfaznone. Questo perché il reale difetto dei soggetti è emotivo e psicologico nel senso che gli individui con il disturbo da dismorfismo corporeo raramente sono pienamente soddisfatti per i risultati chirurgici. La chirurgia estetica può quindi avere un esito contrario perché può scatenare aggressioni sfrenate in risposta al trattamento e molto spesso anche il dottore diventa la vittima della rabbia del paziente.
Nei disturbi dismorfofobici il corpo diventa il mezzo privilegiato per inviare messaggi di dolore psichico: il linguaggio corporeo esprime emozioni represse, celate. L’apparente inadeguatezza estetica rivela cioè una problematica psichica, che riguarda caratteristiche che poco o nulla hanno a che vedere con l’aspetto. Educati fin da piccoli a ottenere l’approvazione degli altri, a soddisfare aspettative che provengono dall’esterno, possiamo sentirci costretti a soddisfare certi standard di comportamento, e così finiamo per allontanarci
dalla nostra identità originaria abbracciandone una di massa, fittizia. Il perfezionismo implicito in simili percorsi, che induce la persona a pretendere da sé stessa il raggiungimento di standard impossibili da perseguire, trascina in un pozzo di autosvalutazione ogni volta che la meta non viene raggiunta.